
Abbiamo ucciso, stuprato, torturato, umiliato e oppresso.
Nel corso della storia, abbiamo agito peggio delle bestie in numerose occasioni.
In qualità di uomini, abbiamo deciso di ricordare; di non dimenticare il male che siamo in grado di farci l’un l’altro, lo stesso dolore che oggi più che mai infliggiamo ai nostri fratelli.
A Battery Park, sulla punta meridionale di Manhattan, troverete il Memoriale dell’Olocausto..

Perché decidiamo di ricordare solo certi aspetti del terrore?
Interi capitoli di storia vengono silenziosamente ritoccati, rivisitati o semplicemente dimenticati a seconda delle necessità del momento.

La collezione prevede colorati capi d’abbigliamento, collanine, pipe da fumo e un’imponente collezione fotografica testimoniante l’unione tra la cultura pellerossa e quella americana: indiani che servono nell’esercito degli Stati Uniti dalla seconda guerra mondiale al Vietnam, indiani che tornano a casa in una bara con la bandiera a stelle e strisce; indiani che giocano a baseball, indiani che si esibiscono in danze rituali.
Camminando tra i corridoi del museo, che occupa il primo piano del gigantesco palazzo della dogana di inizio secolo, non ci si può che sentire un po’ presi in giro.

Molti di loro sono morti a causa delle malattie trasmesse dai primi europei sbarcati nel nuovo mondo, e questi sono probabilmente i più fortunati. Non hanno dovuto assistere alla distruzione del proprio popolo e della propria cultura, subendo morti truculente combattendo contro un nemico invincibile.


È un po’ come se ci si imbattesse in silenziose statue di Heinrich Himmler e Adolf Hitler.


È un po’ come se oggi, visitando il luogo della rivolta del ghetto di Varsavia, ci si imbattesse nelle lapidi che ricordano il valore delle SS.


Non c’è un angolo del museo che parli di sterminio, di umiliazione e di distruzione culturale.



Oggi più che mai siamo in grado di condurre guerre d’invasione e di oppressione, siamo in grado di sottrarre la terra degli altri proprio perché sono “gli altri”.
Nel 2016 trattiamo la storia come uno strumento per pulire la nostra coscienza, più sporca che mai. Se ancora oggi siamo in grado di perpetrare certi crimini contro noi stessi e contro il nostro pianeta, forse il “giorno della memoria che si vuole ricordare”, ovvero la memoria istituzionalizzata, non è stato sufficiente.
Fonte: http://www.nanopress.it/mondo/2015/01/27/sterminio-degli-indiani-damerica-la-shoah-negata/49989/